La Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo è stata prenetoria: siti web responsabili dei commenti degli utenti.
L’Estonia aveva multato uno dei maggiori portali di informazione del Paese per non aver oscurato i commenti relativi alle scelte controverse di una compagnia di navigazione, mostrando una utenza incline a insulti, diffamazioni, e persino pronta a minacciare gli alti vertici della compagnia oggetto dell’articolo. La responsabilità di questi commenti, in particolar modo di quelli postati in forma anonima, funzionalità concessa dal portale stesso ai propri lettori, è stata sancita come appartenente al portale stesso, reo di non aver impedito la pubblicazione o cancellato o “moderato”, come si dice in gergo, i commenti incriminati. Funzione che non era disponibile né agli autori dei commenti né alla parte che si è dichiarata lesa dall’accaduto.
Il primo apparente pensiero è che si tratti di una curiosa forma di “censura”, ma così non è se si fa nuovamente mente locale a chi ha emanato questa sentenza: la Corte Europea dei Diritti Umani. Allora, servono ragionamenti e analisi più approfondite di che cosa può comportare la cosa. Nel momento in cui un utente esprime una opinione, quale che sia la sua forma – e sarebbe opportuno sempre mantenerla nei limiti della creanza, dell’educazione e della legalità – ed esplicita che questa appartiene allo stesso, se ne rende responsabile in prima persona. Ma l’anonimato, in caso di compimento di azioni al di fuori delle linee dettate dalle leggi, ovviamente non vale come “scusante”, e chi si pone come “filtro” è responsabile di queste azioni. Il che, a ben vedere e secondo l’iponione di chi scrive, è assolutamente legittimo. Una azione illegale non si può mascherare dietro a confini più o meno definiti, e se il proprietario del terreno è consapevole di quanto avviene, è corresponsabile del fatto.
Nel mondo del web, questa potrebbe essere una rivoluzione nemmeno troppo marginale. Vengono facilmente alla mente commenti offensivi a determinate tematiche trattate in alcune pagine dei Social Network (quante volte abbiamo visto insulti, diffamazioni e quant’altro anche solo sui commenti di Facebook, per esempio?), e ragionare su che cosa potrebbe comportare nella legiferazione futura è qualcosa di assolutamente indispensabile, in un mondo dove il web occupa sempre più spazio all’interno delle nostre vite.