Troppi dispositivi collegati in rete costringono a condividere l’indirizzo IP, il che può portare a diversi disagi – troppi dispositivi con lo stesso IP possono potenzialmente entrare in conflitto tra loro. Come risolvere? Cambiando codifica e aggiungendo numero di combinazioni possibili. È esattamente quello che sta succedendo in migrazione da IPv4, presente sin da quando è stato creato Internet, a IPv6. L’aumento di combinazioni disponibili è esponenziale, e quindi anche il numero di dispositivi che si possono collegare in maniera univoca, senza duplicare un dato importante come l’indirizzo IP. Il cambiamento, cominciato già in diversi Paesi, avviene in maniera completamente trasparente e senza bisogno che l’utente se ne renda conto. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, questa migrazione non migliora né peggiora la situazione. Da una parte, molti attacchi informatici (come il phishing) non sono legati all’indirizzo IP, mentre per quelli che vi sono legati vale la regola per la quale, essendo derivazione di IPv4 anche per accorgimenti di sicurezza, il sistema IPv6 non presenta al momento alcuna particolare novità. Per saperne di più: Cambia il protocollo Internet, ma il ‘phishing’ resta.