
Alcuni effetti standard di Instagram
L’idea di introdurre la pubblicità su Instagram era stata paventata quando il social network delle foto ha raggiunto un ragguardevole traguardo di bacino d’utenza (ne abbiamo parlato qui). A quanto pare, il timore è destinato a diventare realtà.
Secondo le informazioni che trapelano da Menlo Park, un primo test avverrà su un ristretto numero di utenze statunitensi (non è dato ancora sapere il numero di account o le aree geografiche interessate), e verrà poi diffuso a livello globale.
La previsione è che gli spot su Instagram siano basati su foto e brevi filmati virali (d’altronde è anche stata introdotta la possibilità di condividere brevi video proprio su Instagram), probabilmente localizzati in base ai dati dell’account, e già la cosa indispettisce l’utenza. Il motivo dell’enorme successo di Instagram è stato proprio la totale assenza di elementi pubblicitari che invadessero una schermata liscia, pulita, e vergine d’ogni spot estraneo. Zuckerberg però non poteva certo farsi sfuggire questa occasione, considerando che è un dato di fatto che quest’anno Facebook abbia visto salire i propri introiti grazie alla pubblicità, in particolare su dispositivi mobili, ben del 53%.
Non è inoltre da sottovalutare, in tutto questo, il fatto che lo stesso Facebook stia preparando l’inserimento in News Feed di brevi video pubblicitari di 15 secondi, che dovrebbero essere visibili all’utente per un massimo di tre volte al giorno (tentando quindi di limitare l’invasività ma ugualmente mantenendo una certa presenza) e che, secondo le stime, dovrbebero fruttare un guadagno tra 1 e 2.5 milioni di dollari. Al giorno.
La pubblicità su Instagram sembra dunque solo l’ultimo passo di una diffusione di Facebook sempre più capillare nelle nostre viste. Considerando che con Cisco sta anche portando il Wi-Fi gratuito in numerosi esercizi commerciali, l’azienda di Mark Zuckerberg sta realmente diventando qualcosa di più che globale.
E la privacy assume contorni sempre più sfumati.