
Secondo il quinto assioma della comunicazione, questa può essere simmetrica o asimmetrica (detta anche complementare). Questo punto prende in esame il “livello” su cui gli interlocutori si pongono, ed è estremamente variabile in qualsiasi momento dello scambio. Per definizione si dice simmetrica una comunicazione che avviene sullo stesso livello, mentre asimmetrica o complementare è quella che avviene su due livelli differenti. Questi “livelli” si possono vedere come “livelli gerarchici in società”, come il rapporto paritetico tra due fratelli o quelli gerarchico definito tra genitore e figlio.
È anche vero che questi rapporti sono estremamente fluidi e variano in base all’argomento trattato, all’esperienza in merito del singolo… Un genitore che spiega al figlio come svolgere i lavori di casa è in comunicazione asimmetrica in posizione di vantaggio, ma i ruoli si scambiano nell’immediato se serve un elettrodomestico con funzionamento via smartphone e interviene il figlio a spiegare come funziona.
In un processo di vendita, il commesso è tendenzialmente in posizione di vantaggio: spiega al cliente come funziona un dispositivo (una televisione, un computer, un elettrodomestico per la cucina) ma se contestualmente avviene un breve scambio dei ruoli (“Ho necessità di un forno che faccia questo e quello, poiché la ricetta prevede questo e quello” ed è qualcosa che è ben assorbito dal venditore, magari interessato alla cosa per ragioni proprie) l’unica cosa che può accadere è un arricchimento dello scambio.
Se tutto questo si osserva con le dinamiche che sono state viste precedentemente, è facile evincere come sia articolata in maniera ampia una qualsiasi forma di comunicazione. Provate a ripensare alle vostre conversazioni in quest’ottica e noterete quante volte simmetria e complementarietà variano e intervengono l’una sull’altra.