
Si parla anche senza le parole. Gesti, espressioni, tono della voce, distanza tra interlocutori (prossemica), sono tutti elementi che fanno parte del nostro sistema di comunicazione e, fondamentalmente, i significati che vi attribuiamo sono derivati dall’imprinting culturale e dal contesto sociale nel quale ci si trova. Si può trasmettere tensione tamburellando con le dita su una scrivania o schioccando ritmicamente la chiusura di una penna, tanto quanto il muovere sinuosamente una mano nell’aria può comunicare tranquillità. Ma è certo che puntare il dito indica qualcosa di perentorio, positivo o negativo in dipendenza del contesto. Ma parliamo con le mani, con le espressioni del viso, la postura del corpo, delle gambe e dei piedi, l’orientamento delle spalle… Ogni nostro movimento è comunicazione. Il più delle volte inconscio, ma rendersene conto e controllarlo può aiutare a guidare una conversazione.
Noi italiani siamo famosi nel mondo per la nostra comunicazione ampiamente gestuale, fatta di movimenti delle mani carichi di significato, per noi. Proprio per questo sono una parte fondamentale dell’interpretazione del linguaggio – e della nostra cultura. Quante volte è capitato di vedere, nell’epoca dei social network, dei meme che prendevano in giro proprio questa cosa? How italians do things è stato la tendenza più recente e nota. Un gesto che per noi significa genericamente un Ma che vuoi? è così tipico del nostro modo di comunicare che è diventato iconico.
Se le mani sono un esempio lampante, sono anche un elemento relativamente piccolo, se confrontato su tutto quello che può dire il corpo. Gestualità e postura vanno spesso di pari passo col tono della voce, per cui si può essere chiusi e scontrosi abbassando il tono di voce, il mento e incrociando le braccia. Se si è seduti ai due fronti di una scrivania (per esempio un colloquio di lavoro) allontanarsi dalla persona che si ha di fronte, cercando lo schienale della sedia, può essere un allontanamento; sporgersi e magari appoggiarsi alla scrivania stessa invece può denotare un avvicinamento: se gesti come questo vengono rispecchiati, si entra in sintonia con l’interlocutore.
Allineare la propria postura con quella dell’interlocutore è uno dei più importanti segni di gradimento che ci siano: “specchiare” l’altrui posizione è un gesto il più delle volte inconscio.
I principali segnali di gradimento e sintonia nel linguaggio del corpo
- Mordicchiarsi le labbra
- Sfiorarsi le orecchie e scostare i capelli
- Sporgere il busto in avanti
- Appoggiare il mento sul palmo della mano
- Far sporgere appena la lingua dal labbro
Molto passa sicuramente da viso e mani. Ma quali atteggiamenti vi ricordano questi cinque segnali? Quello di un flirt, esatto. La sintonia che nasce in un’occasione simile è uno dei più lampanti esempi di linguaggio del corpo che ci siano.