Ghosting: fenomeno social anche sul lavoro?

Un giorno, circa quattro anni fa, smisi di scrivere su questo blog. Così, senza nessun apparente motivo, ho ghostato chi mi leggeva.

Un giorno, almeno una volta nella vita, abbiamo probabilmente tutti ghostato qualcuno: un conoscente che non ha mai ricevuto una risposta al messaggio, qualcuno che provava a farci il filo ma non incontrava  il nostro gradimento (e non sapevamo come dirglielo) e chissà in quali altri casi siamo semplicemente spariti dai radar, senza dare alcuna motivazione; magari abbiamo addirittura escluso dalla visione della nostra bacheca social qualcuno che non volevamo sapesse cosa scrivevamo ma non avevamo il coraggio di eliminarlo dagli elenchi dei contatti. In un mondo che vive di contatti costanti e continui è in realtà un fenomeno più diffuso di quanto non sembri.

Succede anche nel mondo del lavoro?

Quali sono le dinamiche che additiamo come ghosting, in questo settore?

Sono diverse, da entrambi i lati della barricata. Talvolta è una definizione piuttosto corretta, talvolta è frettolosa – ma è un mondo che vuole il tutto e subito e, forse, un fenomeno del genere era da attendere comunque.

Se sei un candidato ghostato…

  • Non hai più ricevuto alcun responso, né positivo né negativo, da parte dell’azienda;
  • Hai ricevuto solo un messaggio automatico di ringraziamento per l’application, ma nulla che lasci davvero intendere che qualche essere umano abbia avuto a che fare con la tua candidatura;
  • Ricevi una mail anche qui piuttosto standard per dirti che, magari senza alcun precedente riscontro, il processo di selezione è andato avanti preferendo un altro candidato.

…Con questi tre accadimenti ti sei sentito svuotato, innanzitutto del valore del tuo tempo: di quello che hai impiegato per preparare il curriculum e una idonea lettera di presentazione in primis, adattandola (e agendo correttamente in questo senso) all’offerta in esame.

Se sei un recruiter ghostato…

  • Il nuovo collaboratore non si presenta il primo giorno di lavoro, senza alcun preavviso. Solo a un tuo ricontatto conferma il proprio cambiamento di idea (ma se non lo avessi contattato?);
  • Scrivi a un potenziale candidato per un’offerta che ritieni in linea con il suo profilo, ma non ricevi alcuna risposta;
  • A processo di selezione terminato, solo dopo la conferma di interesse (ma per “fortuna” prima della firma di un contratto) il candidato sparisce e non dà più alcun riscontro

…Anche tu ti senti privato del valore del tuo tempo, perché hai selezionato dopo un percorso più o meno lungo. In più ti viene meno il valore della tua professionalità, e resti preso dalla sensazione di avere sbagliato a scegliere tale tipo di persona.

Che cosa accomuna questi due punti di vista?

Il valore del tempo.

Forse dovremmo (tutti) semplicemente imparare che un minuto del nostro tempo vale ore di lavoro, per qualcuno, e proprio questo valore deve essere rispettato. Il fatto che non sia una moneta tangibile non la rende di minor valore.

Ma la verità è che capire il perché questo avvenga è un qualcosa che ancora ci sfugge.